Il cielo è limpido, nessuna nuvola. Decidiamo di salire in Val Formazza (Pomattertal) e andare a vedere la Cascata del Toce.
Dalla superstrada, usciamo a Crodo e cominciamo a risalire la valle dei Walser. Ritroviamo immediatamente il caratteristico paesaggio, a cui siamo abituate fin dall’ infanzia in Val d’ Ayas ( altra valle Walser, in Val d’ Aosta).
Arriviamo al parcheggio adiacente la chiesetta, in località Frua (Frütt); anche la cascata ha un nome in lingua tedesca: Frütt Fall. Siamo a quota 1675 m; il Toce scorre liscio, ma quando arriva allo strapiombo si carica, e compie un salto di ben 143 m. Il deflusso è regolamentato, e in estate viene “ aperto” dalle 11,30 alle 13,30.
Hanno scritto che questa cascata è la più alta d’ Europa, ma questi record ci interessano marginalmente, siamo incantate dalla sua spettacolarità.
A monte il fiume forma un lago artificiale, il Morasco, utilizzato per scopi idoelettrici. Dopo il salto di cascata, continua ad attraversare la Val Formazza, poi passa in Val Antigorio, entra in Domodossola e scende fino a Gravellona Toce, dopo aver ricevuto il torrente Strona. Termina il suo viaggio a Fondotoce (Verbania), assumendo un color verde smeraldo. Entra così nel Lago Maggiore.
Dopo aver fotografato la cascata, torniamo nel parcheggio, dove sorge la Chiesetta dedicata alla Madonna delle Nevi, risalente al 1621. Il pronao introduce all’ interno, ben affrescato.
Anche l’ Albergo a fianco è storico, fu edificato nel 1863 da un formazzino che con gran lungimiranza pensò al futuro turistico del posto. Fu anche residenza dei dipendenti Enel, legati alle centrali idroelettriche. Nel 1973 venne ceduto a privati. Oggi è aperto e ben conservato.
La cascata fu apprezzata anche in passato , da personaggi come Margherita di Savoia, Vittorio Emanuele III, Wagner, Carducci, D’ Annunzio, De Saussure, Ruskin, Rigoni Stern.
Facciamo quattro passi alla borgata di Frua, e poi proseguiamo fino a Riale, dove troviamo la frazione. In alto, sulla piana di Riale prende origine il Toce a quota 1800 m. Il maggiore fiume ossolano un tempo navigabile, era utilizzato come via di trasporto di materiali lapidei ( marmi e graniti) fino ai Navigli di Milano . . . pensiamo al marmo di Candoglia che servì (e serve) per la costruzione del Duomo e suoi restauri.
ora, lasciamo parlare la cascata. . .